PER TOVAGLIE E TOVAGLIOLI DIRE 'CARTA' NON BASTA!
Nella scelta del tovagliato monouso per un ristorante, per un locale o per un servizio catering le caratteristiche dei materiali disponibili sono un dettaglio importantissimo. Ognuno di essi, infatti, garantisce prestazioni completamente differenti. Inoltre i costi variano molto da un prodotto all’altro, anche se in senso assoluto il risparmio è netto rispetto alle classiche tovaglie di stoffa, necessarie in grandi quantità e con costi di manutenzione da non sottovalutare.
Il materiale scelto per un tovagliolo o per una tovaglia influisce eccome sull’esperienza dei commensali. Diciamo pure che la stessa fascia di prezzo del pasto medio determina aspettative precise anche in termini di tovagliato. Tuttavia, le eccezioni non mancano mai!
Se non è tessuto, cos'è? È tovagliato in tnt... o airlaid
Qual è tra i materiali per le tovaglie usa e getta quello che più si avvicina alla stoffa in termini di consistenza e piacevolezza al tatto? Senza dubbio l’airlaid o carta a secco. Le tovaglie in carta a secco appartengono alla famiglia delle tovaglie in tnt, ovvero del tovagliato monouso in tessuto non tessuto, tuttavia ci sono delle differenze importanti.
Le prime tovaglie in carta a secco furono realizzate e commercializzate negli anni Ottanta da un inventore danese, tale Karl Krøyer. Furono subito un successo perché il prodotto finale aveva un’ottima resa ed era un tessuto non tessuto molto piacevole al tatto e molto assorbente.
Le tovaglie in tnt sono solitamente realizzate con materiali plastici come il polipropilene. L’uso sicuramente più simpatico di questo materiale sono i bavagli per grandi e piccini, a disposizione quando gli alimenti rischiano di mettere a dura prova i commensali. Il risultato è comunque un ‘effetto tessuto’ non molto pregiato, soprattutto al tatto, ma comunque molto resistente, per cui è un materiale perfetto per i coprimacchia. Le tovaglie airlaid, invece, sono realizzate con fibre di cellulosa, perciò idonee al contatto con gli alimenti e decisamente più morbide.
Le tovaglie in carta a secco non sono trattate con acqua; le fibre di cellulosa sono lavorate con una tecnica ad aria, “a secco”, da qui il nome di origine inglese air-laid. Il risultato è un materiale soffice al tatto, antistatico, resistente anche se bagnato, igienico poiché può essere sterilizzato durante la lavorazione e stampabile o colorabile con la garanzia di un risultato dai colori brillanti, bellissimi anche in tonalità tinta unita decise come il rosso, il giallo o il blu.
Il tovagliato monouso in carta a secco può essere riutilizzato, ma spesso è considerato un materiale ideale per tovaglie usa e getta, impiegato per tovaglie e tovaglioli.
Tovaglioli monouso morbidi come l'ovatta
Altrettanto morbidi al tatto sono i tovaglioli in ovatta, di cellulosa o di pura cellulosa.
L’ovatta di cellulosa viene realizzata creando una miscela tra ovatta di pura cellulosa e macero di carta riciclata selezionata. L’ovatta è utilizzata per molti impieghi, dalla carta igienica fino agli asciugamani intercalati. Tuttavia, la differenza sta nell’assorbenza. L’ovatta resistente all’acqua è ottenuta con l’aggiunta di resine, solitamente assenti nella carta igienica che si sfalda naturalmente a contatto con l’acqua.
Detto questo, se pensiamo ai tovaglioli in ovatta la loro resistenza all’umidità è proprio un dettaglio essenziale.
Nel tovagliato monouso, perciò, l’ovatta è senza dubbio la carta madre per i tovaglioli, ma è il materiale perfetto anche i per i sottobicchieri proprio per la sua ottima assorbenza dei liquidi.
Carta paglia: il monouso intramontabile, perfetta per fritti ed economica
Iniziamo con alcune curiosità su questo nome. In passato, più precisamente nell’IX secolo, la produzione della carta in Giappone era una vera e propria ‘industria’ e nella cartiera imperiale venivano costantemente create nuove tipologie di carta. In origine prodotta solo con rafia di gelso, venne poi realizzata anche con canapa e paglia.
Oggi la carta paglia utilizzata per il tovagliato monouso non è più ottenuta dalla macerazione della paglia come più di un millennio fa, ma il nome evoca ancora quel colore giallastro e la consistenza ruvida del passato. Un aspetto un po’ rustico amato da sempre nella ristorazione più informale e reinterpretato anche nei nuovi concept restaurant. Ancora più apprezzata oggi perché realizzata tramite processi di riciclo della carta e di scarti delle cartiere: la soluzione perfetta per tovaglie usa e getta.
C’è da fare una precisazione: la carta paglia è “famosa” anche come carta per fritti. In effetti è una carta con ottima assorbenza agli olii ma, poiché realizzata spesso con carta di riciclo, è importante che sia certificata per uso alimentare, altrimenti potrebbe rilasciare inchiostri e altre sostanze nei cibi, soprattutto a contatto con alimenti umidi e unti. Perciò se precisato, la carta paglia è perfetta come tocco di stile per incartare prelibati street food o servire il fritto senza che rilasci olio nel piatto.
Il vantaggio indiscusso della carta paglia è comunque il basso costo per un prodotto che ha mantenuto inalterato il suo stile nel tempo. Il formato più diffuso sono le tovagliette americane in carta paglia, pratiche, comode e intramontabili, seguite dai portaposate con tovagliolo.
Fatto in carta riciclata, il tovagliato monouso in carta paglia può a sua volta essere riciclato nella carta purché pulito da grasso e residui di cibo.
Soluzioni monouso semplici e pratiche? Il tovagliato in carta bianca
Infine la soluzione più semplice e classica: la carta bianca. In senso assoluto, è la scelta più comoda per chi desidera offrire un servizio contenendo i costi e ottimizzando al massimo i tempi di sistemazione della tavola.
Qui le varianti di colore non sono certo la priorità come nel caso delle tovaglie tnt. Le tovaglie usa e getta sono vendute in rotolo o in fogli pre-tagliati, ma la carta bianca è molto utilizzata anche per le tovagliette di carta all’americana e per i portaposate. Nei vari formati disponibili, la carta è sbiancata e decorata con eventuali personalizzazioni.